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Scuola di Pet Therapy

Scuola di Pet Therapy
Febbraio 19, 2022 Yuup
Tempo di lettura: 7 minuti
Indice
Copertina Pet Therapy

Sentiamo spesso parlare di pet therapy, ma che cos’è esattamente?

Partiamo dal significato. La parola è composta dall’unione di due termini: pet, che significa animale domestico e therapy, che significa terapia. 

Si tratta di una co-terapia con utilizzo di animali, che si affianca a terapie già in corso, con lo scopo di aiutare e arricchire le cure tradizionali.

Com’è nata la pet therapy? Le origini

Il primo studio accertato risale al 1792, in Inghilterra, presso il York Retreat Hospital, quando lo psicologo William Tuke incitò i pazienti con disturbi mentali ad interagire e a prendersi cura di piccoli animali. Questo migliorò l’autocontrollo del paziente. 

Dopo la fine della prima guerra mondiale, negli Stati Uniti, al St. Elizabeth’s Hospital, vennero usati i cani per curare i malati di schizofrenia e depressione post guerra.

Negli anni a seguire la pet therapy fu utilizzata sempre di più negli ospedali di tutto il mondo e il 22 luglio 2016 il ministero della salute pubblicò il Piano Nazionale Integrato 2015-2018 sugli interventi assistiti con gli animali ribadendo l’importanza di promuovere e potenziare i vari interventi e collaborazioni nella pet therapy.

 

 

Tutti i benefici della pet therapy

La pet therapy si affianca a terapie già in corso. La presenza di un animale facilita anche l’approccio delle varie figure medico-sanitarie, soprattutto nel caso in cui il paziente non dimostri collaborazione.

Diversi studi scientifici hanno dimostrato che i benefici della pet therapy sono parecchi ed agiscono in diversi ambiti: cognitivo, emotivo, comportamentale, comunicativo, psicosociale e corporeo.

Qui di seguito riportiamo i principali:

  • il contatto fisico con un animale aumenta il livello di ormoni e neurotrasmettitori in grado di determinare emozioni positive (endorfine e dopamina) e rilascia ossitocina (il cosiddetto ormone della felicità), questo riduce ansia e stress e migliora l’umore

 

  • la relazione con l’animale determina nella persona l’incremento dell’autostima e della consapevolezza, riducendo così il rischio di isolamento

 

  • la terapia con gli animali riduce l’aggressività e l’iperattività e migliora le relazioni e la socializzazione, fornisce un supporto morale e sociale e invoglia il paziente ad avere maggiore cura di sé e degli altri

 

  • con un animale vicino il paziente che non riesce più a fare un certo movimento è stimolato e invogliato a muoversi o ad alzarsi per accarezzarlo, si rafforza così il tono muscolare 

 

Pet therapy a scuola: un rimedio naturale contro i problemi educativi

La pet therapy può risolvere i problemi educativi come il bullismo, ma aiuta anche i ragazzi con difficoltà emotive e affetti da DSA (disturbi specifici dell’apprendimento).

La pet therapy a scuola è uno straordinario strumento di supporto. Attraverso regolari incontri con il cane, i ragazzi imparano a gestire la loro vivacità e ne traggono enormi benefici, dalle sensazioni di benessere all’aumento dell’autostima.

Questa situazione non solo aiuta i ragazzi più difficili, ma l’intera classe. Aumenta il senso di responsabilità verso il prossimo e stimola l’interazione sociale. 

In questa “materia” nessuno si sentirà più o meno bravo dell’altro, il cane, infatti, metterà tutti allo stesso livello.

 

 

Animali da pet therapy

Gli animali che possono essere coinvolti nella pet therapy devono avere alcuni requisiti: innanzitutto devono essere domestici, cioè essere in grado di interagire con l’uomo. 

Sono fondamentali la condizione di salute e l’educazione dell’animale, che vengono valutate dal veterinario insieme all’equipe del progetto.

Quando si parla di pet therapy si pensa al cane, etichettato come “migliore amico dell’uomo”, ma non è lui il solo protagonista. Il cane è sicuramente il pet più utilizzato, è il più socievole, giocherellone e stimola i pazienti all’interazione.

Altri animali coinvolti: 

Il gatto: adatto soprattutto per tenere compagnia alle persone che vivono da sole, anziani o che hanno difficoltà di movimento, per cui il cane risulterebbe troppo impegnativo.

Per i bambini sono molto indicati i piccoli pet come il coniglio, il criceto e gli uccelli (il pappagallo è un ottimo candidato poiché ha un altissimo livello di empatia), che non necessitano di grandi cure e che possono essere accuditi con piccoli gesti quotidiani. Questo li aiuta a superare i momenti difficili legati alla crescita.

Anche il cavallo è un animale da pet therapy (in questo caso si parla di ippoterapia). Questa terapia è molto diffusa nei bambini, ma anche negli adulti, poiché prendersi cura di un grosso animale come il cavallo richiede molta attenzione e questo stimola la fiducia e allevia l’impazienza.

Ultimo, ma non per importanza, è il delfino (delfinoterapia). Il delfino è consigliatissimo per il trattamento della depressione e per bambini ed adulti che hanno disturbi nel linguaggio, ritardo mentale o soffrono di autismo o sindrome di Down. La delfinoterapia favorisce lo sviluppo mentale delle persone e ha un effetto calmante. Gli ultrasuoni emanati dal delfino, inoltre, migliorano lo stato d’animo.

 

Pet Therapy: Delfinoterapia

 

La pet therapy in pratica

La pet therapy non viene impiegata soltanto nei centri medici o negli ospedali, ma anche in case di riposo, scuole, centri sociali e nel caso di delfinoterapia o ippoterapia, viene utilizzata all’esterno.

Negli ospedali la pet therapy si è diffusa soprattutto nei reparti di pediatria, poiché i bambini hanno più difficoltà ad accettare la loro condizione di malattia e hanno quindi bisogno di distrazioni. La pet therapy si può svolgere singolarmente o anche in gruppo. L’esperto favorisce l’interazione tra paziente e animale, organizzando giochi e passeggiate, dove è possibile.

In un contesto come quello delle case di riposo, il pet (nella maggior parte dei casi viene utilizzato il cane o il gatto) viene introdotto nella camera del paziente che soffre di situazioni particolari o molto gravi, come ad esempio le persone costrette a letto. In altri casi è possibile fare terapia di gruppo, introducendo il pet nella sala comune, dove ogni ricoverato viene invitato ad accarezzarlo, a chiamarlo per nome e ad impartirgli degli ordini semplici. Il paziente è inoltre stimolato a ricordare esperienze passate con gli animali.

L’ippoterapia consiste in un approccio graduale del paziente al cavallo. Inizialmente il terapeuta somministra esercizi al paziente, che li seguirà ma non si occuperà direttamente dei movimenti. Successivamente, in una fase avanzata, il paziente sarà in grado di controllare autonomamente il cavallo attraverso le proprie azioni, ovviamente sotto l’occhio attento del terapeuta.

Nel caso della delfinoterapia il paziente viene portato in una vasca con la presenza del delfino. In questo ambiente esterno il paziente affetto da autismo, per esempio, si sente meno isolato ed è anche più capace di seguire le indicazioni del terapeuta. Delfino e paziente giocano insieme creando un clima sereno e un’atmosfera magica. L’elemento acqua, inoltre, svolge un ruolo molto importante poiché fornisce sostegno e facilita l’equilibrio. 

 

Con questo articolo abbiamo spiegato le molteplici possibilità di utilizzare la pet therapy in diversi ambiti e gli enormi benefici che ne derivano, speriamo di aver chiarito un po’ le idee su questa meravigliosa ed efficace co-terapia.

Abbiamo anche nominato diversi professionisti della pet therapy, per tutti gli amanti degli animali, invece, qui abbiamo raccolto 5 incredibili opportunità per lavorare con loro.

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